Mezzogiorno di fuoco

Fred Zinnemann

Hadleyville, New Mexico. Lo sceriffo Will Kane, fresco di matrimonio, si appresta a lasciare la città e il suo incarico. Quando però arriva la notizia che Frank Miller, da lui fatto condannare cinque anni prima, è stato graziato e sta per tornare in città, sceglie di non partire e decide di affrontare lui e i suoi tre compari che lo attendono, per mezzogiorno, alla stazione ferroviaria. Kane conta di trovare solidarietà e aiuto dagli abitanti di Hadleyville, ma tutti, per una ragione o per l’altra, pensano bene di defilarsi. Vengono così alla luce tanti screzi e dissapori con la cittadinanza, a cominciare dal vicesceriffo Harvey che invidioso, spinto dal rancore, gli volta le spalle. Fanno da perni narrativi i rapporti con la sua ex Helen, proprietaria del saloon, e con la novella sposa Amy che, tra gelosia e dettami religiosi (è una quacchera) è contraria alla sua decisione. Lo sceriffo si trova così da solo a fronteggiare i quattro fuorilegge, ma saprà uscirne vincitore anche grazie all’intervento di Amy che, arma in pugno, ha trovato la forza di stargli accanto. Prima di andarsene da Hadleyville Kane si toglierà la stella e la lascerà cadere nella polvere.

High Noon
USA 1952 (85′)

  È il rigore la caratteristica che fa di Mezzogiorno di fuoco uno dei capolavori del genere. In primis il rigore morale di Will Kane che rifiuta di voltare le spalle alle proprie responsabilità, scegliendo di restare solo, con la sua stella di latta, la sua pistola e il coraggio di affrontare le proprie paure. Un western atipico costruito da Zinnemann come un incalzante dramma della coscienza, tra dialoghi cruciali e dilemmi etici. Ma il rigore di High Noon è anche quello formale: dal nitido bianco e nero di Floyd Crosby all’alternarsi serrato tra primi piani e funzionali tagli di inquadratura; il tutto contrappuntato dal leitmotiv di Dimitri Tiomkin. E poi l’incombere dell’immagine dei binari con i tre banditi che attendono il treno, la stranito vagare di Amy e la ferrea forza d’animo di Helen, il memorabile dolly che isola Kane nella strada maestra di Hadleyville, il montaggio che cadenza l’arrivo della locomotiva con i volti dei tanti personaggi coinvolti, il concitato duello finale, quella stella gettata nella polvere… E, buon ultimo, il tempo della visione che coincide con quello cinematografico: 85 minuti di tensione ed emozioni.

Ezio Leoni


stelle di latta, eroi d’acciaio

interpreti principali: Gary Cooper (sceriffo Willy Kane), Grace Kelly (Amy Fowler Kane), Katy Jurado (Helen Ramirez), Thomas Mitchell (sindaco Jonas Henderson) Otto Kruger (giudice Percy Mettrick) Lloyd Bridges (vice-sceriffo Harvey Pell), Lon Chaney Jr. (Martin Howe), Lee Van Cleef (Jack Colby), Ian MacDonald (Frank Miller

  

 

NOTE:
Il soggetto è il racconto The Tin Star (1947) di John W. Cunningham
Imprescindibile il significato politico che accompagna Mezzogiorno di fuoco. L’ostracismo con cui la cittadinanza isola lo sceriffo Kane è specchio dei nefasti esiti del maccartismo che, con la sua lista nera, emarginò tra gli altri proprio lo sceneggiatore Carl Foreman (il suo nome come produttore fu depennato). E John Wayne non esitò a definire il film «la cosa più antiamericana che abbia visto in tutta la mia vita».
4 gli oscar che Mezzogiorno di fuoco si aggiudicò: miglior attore protagonista a Gary Cooper – miglior montaggio a Elmo Williams e Harry W. Gerstad – miglior colonna sonora a Dimitri Tiomkin – miglior canzone (Do Not Forsake Me, Oh My Darlin) a Ned Washington e Dimitri Tiomkin.
Erano stati John Wayne e poi Gregory Peck la prima scelta per interpretare lo sceriffo Kane e alla fine furono comunque molti i dubbi che accompagnarono l’assegnazione del ruolo a Gary Cooper, ormai cinquantenne, a fronte di Grace Kelly nel fiore della sua avventura cinematografica.
Katy Jurado (Golden Globe come miglior attrice non protagonista) è un volto che non si dimentica. La ritroviamo ventun anni dopo in un altro grande western: è la moglie dello sceriffo Baker nella sequenza di Knockin’ on Heaven’s Door nel Pat Garret e Billy Kid di Peckinpah.
High Noon costituisce il debutto di Lee Van Cleef (interpreta Jack Colby, uno dei tre banditi che attendono Frank Miller) che avrà il suo momento di gloria in due dei film della trilogia del dollaro di Sergio Leone: Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966).
Curioso come arrivare ad una collocazione temporale di Mezzogiorno di fuoco avendo come unici punti fermi il trovarsi in una domenica d’estate (con la chiesa gremita) e quel 1888 sulla facciata di un edificio. Nell’ufficio dello sceriffo, appesi al muro, compaiono alcuni manifesti con scritto “la guerra è dichiarata” e “il Presidente chiama 75.000 volontari”. Il riferimento è la guerra ispano-americana con la chiamata alle armi del 25 maggio 1898. Altro indizio è nella stanza del telegrafo dove compare la data del 26. Visto che nel 1898 l’unica domenica 26 fu nel mese di giugno, si può arrivare alla datazione del 26 giugno 1898.

FRASI:
giudice Mettrick: Questo è solamente uno sporco e piccolo villaggio nel bel mezzo del nulla. Niente di ciò che succede qui è davvero importante.”
Kane all’ex sceriffo Howe: “Fin da piccolo volevo essere come te, Mart. Sei sempre stato un uomo di legge per tutta la vita.” – Mart: “Sì, tutta la vita, una bella vita. Rischi la pelle per prendere gli assassini e i giudici li rimettono in libertà. Così possono tornare ad ammazzarti. Se sei onesto resti povero per tutta la vita. E alla fine finisci per morire tutto solo in qualche strada sporca. Per cosa? Per niente. Per una stella di latta.”
Helen Ramírez rivolta al vicesceriffo Harvey: “Sei un bel ragazzo: hai delle spalle grandi e larghe. Ma lui è un uomo. E ci vogliono ben più di due spalle larghe per fare un uomo.”
Helen Ramírez: “Kane potrebbe essere un uomo morto in meno di mezz’ora se nessuno fa qualcosa. E quando sarà morto, questa città morirà. Me lo sento. Sono sola. Devo rifarmi una vita. Andrò da un’altra parte. È tutto.”

SEQUENZE:
la solitaria attesa di Kane (dolly)
l’arrivo del treno
la sparatoria
il finale (la stella nella polvere)

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