I magnifici sette

John Sturges

Arizona, ‘800. Intorno al 1880 i contadini di un piccolo villaggio messicano, stanchi di essere vessati e derubati dal bandito Calvera e dalla sua banda, decidono di ribellarsi. Alcuni di loro si recano nella più vicina città oltre il confine intenzionati a reclutare, pur con le poche risorse in loro possesso, qualcuno capace di difenderli. Dopo averli visti all’opera in una sparatoria decidono di affidarsi a Chris Adams e Vin, due pistoleri di passaggio. Chris accetta anche di essere lui ad individuare altri uomini per la missione ma il primo a presentarsi è Chico, un giovane troppo impulsivo, secondo Chris, per essere ingaggiato. Non mancano comunque di essere individuate le persone giuste: Harry Luck, un compagno d’avventure, spinto dall’idea che oltre alla difesa dei contadini ci sia in ballo un qualche gruzzolo da spartirsi; Bernardo O’Reiily, un personaggio solitario che accetta anche un basso compenso pur di tornare in attività; Britt, la cui abilità col coltello, oltre che con la pistola, ne fa una risorsa da non perdere e infine Lee un pistolero ai margini della legge che invece di continuare a nascondersi preferisce aggregarsi al gruppo. Sulla strada verso il villaggio Chico non rinuncia a seguirli e all’arrivo è proprio lui a farsi valere in modo che i contadini si attivino per dare una mano e che via via fraternizzino con i sette mercenari. Così Calvera e la banda, quando si presentano, non trovano certo l’accoglienza che si aspettavano e vengono respinti a suon di piombo… La situazione sembra risolta, ma il timore di una possibile vendetta dei banditi porta il capo del villaggio ad accordarsi con Calvera che può così tendere un agguato a Chris e a suoi: concederà loro salva la vita a patto che se ne vadano per sempre. Un patto estorto, che non può essere rispettato. Il senso dell’onore spinge i sette a tornare sui loro passi e il nuovo scontro a fuoco sarà decisivo. La banda di Calvera viene sgominata, ma anche Harry, Britt, Bernardo e Lee restano uccisi. Quando Chris, Vin e Chico salgono a cavallo per lasciare il villaggio, il vecchio che li aveva paternamente accolti li saluta con riconoscenza, ma ricorda loro il mesto destino che segna la loro vita (“Voi siete come il vento, che soffia e passa via”). Alla fine solo Chris e Vin proseguiranno il loro cammino, Chico decide invece di fermarsi al villaggio accanto a Petra, la bella messicana che ha fatto breccia nel suo cuore.

The Magnificent Seven
USA 1960 (128′)

  Cosa fa de I magnifici sette, che altro non è che il remake del capolavoro di Kurosawa, I sette samurai, un classico della storia del cinema? L’originalità nella realizzazione di Sturges parte dall’aver riadattato senza remore l’epica del jidai-geki giapponese in quella della mitologia western. Ma anche in quest’ambito va riconosciuto al regista e a William Roberts (autore della sceneggiatura) l’azzardo (vincente) di dare ai personaggi profili che non rientravano nella classica definizione degli eroi della frontiera. Scarso approfondimento psicologico quindi, in favore di personalità non troppo complesse, calibrate per ottenere un solidale amalgama di gruppo e una complementare presenza scenica nelle sequenze d’azione; ma, in più, con una caratterizzazione esistenziale che potesse dar voce a tematiche e valori essenziali per la tradizione del genere e per la specificità della narrazione. Amore per la giustizia, rispetto dei deboli, senso dell’onore fanno parte del bagaglio di quasi tutti i protagonisti, in primis di Chris e Vin che portano con sé anche un’aura amara di ineluttabile solitudine e il rimpianto per un West indomito e leale che va scomparendo. Una disillusione che è propria anche di Britt: solo l’arroganza di un’iterata provocazione riesce, in apertura, a smuoverlo dalla sua indolenza. L’impasse di fronte al pericolo di Lee offre lo spunto per una riflessione sul coraggio (splendido quel ritrovare, nel momento cruciale, la sua dignità di pistolero), mentre la morte di Harry, convinto fino all’ultimo di una qualche ricchezza nascosta, concederà a Chris un momento di commossa amicizia. A Bernardo è affidato il compito di valorizzare l’umile lavoro dei padri di fronte ai ragazzini che l’hanno scelto come loro ”eroe” (una situazione che gli costerà la vita in uno dei momenti di maggior empatia), ma è in fondo Chico il personaggio chiave: giovane e impulsivo, capace di superare l’umiliazione (la sfida che gli propone Chris nell’estrarre la pistola in un battito di mani), tenace nel fiancheggiare quelli che ha deciso saranno i suoi compagni d’avventura, astuto nei rapporti coi contadini (col far suonare le campane), temerario nell’intrufolarsi tra i banditi di Calvera, saggio quando saprà staccarsi da Chris e Vin accettando di affrontare un umile futuro di contadino a fianco di Petra. Tutte nobili e coinvolgenti motivazioni quelle che animano i protagonisti, ma I magnifici sette resta soprattutto un film d’azione e Sturges dà il meglio di sé nei combattimenti, avvincenti nel ritmo, perfetti nelle inquadrature; e con scelte tecniche di grande impatto visivo, dalle carrellate a seguire le scorribande di Calvera a quel coltello che si va a conficcare nella recinzione, gesto di estremo saluto di Britt. E come dimenticare l’accompagnamento dell’emozionante colonna sonora di Elmer Bernstein?

Ezio Leoni

 

interpreti principali: Yul Brynner (Chris Adams), Steve McQueen (Vin), James Coburn (Britt), Charles Bronson (Bernardo O’Reilly), Brad Dexter (Harry Luck), Robert Vaughn (Lee), Horst Buchholz (Chico) Eli Wallach (Calvera), Vladimir Sokoloff (vecchio messicano), Rosenda Monteros (Petra)

 

NOTE:
 John Sturges è da sempre a suo agio nel western (a partire da Le colline camminano, suo terzo lungometraggio del 1949) e ha annoverato due titoli importanti come L’assedio delle sette frecce (1953) e Sfida all’O.K. Corral (1957) che, nel genere, resta con I magnifici sette il suo film più riuscito. Il suo maggiore successo è comunque in ambito non-western: La grande fuga (1963).
Si contano vari sequel del film: Il ritorno dei magnifici sette (1966), Le pistole dei magnifici sette (1969), I magnifici sette cavalcano ancora (1972), I magnifici sette nello spazio (1980), I magnifici sette (serie tv 1998-2000). Solo nel primo si ritrova Yul Brynner (sempre nei panni di Chris), per il resto nessuno degli attori originari riprende il suo ruolo. D’altronde Brynner riuscì a definire con quel suo personaggio un proprio look iconico che verrà riproposto ne Il mondo dei robot (1973).

FRASI:
Colloquio tra l’impresario delle pompe funebri e il commesso viaggiatore per la sepoltura di un vecchio: “Dicono che non è degno.” – “Cosa? Di Boot Hill? Ma se ci sono solo assassini, tagliatore e ubriaconi.” – “Ma sono tutti bianchi, amico. E il vecchio Sam, il vecchio Sam è un’indiano…” – “Credevo bastasse essere morti per andare a Boot Hill. Da quanto tempo va avanti così?” – “Da quando la città si è evoluta.
Chris: “Spargerò la voce che state cercando uomini.” – Contadino: “Non sarà difficile trovarne qui intorno. Portano tutti la pistola.” – Chris: “Certo, come portano i pantaloni. È naturale. Ma i tipi gamba, quelli sono piuttosto rari.
Aspettando l’arrivo di Calvera, il vecchio messicano: “Pensate a voi piuttosto, siete pronti a riceverlo? E se arrivasse adesso...” – Vin: “Mi viene in mente di quel tale che è caduto dal decimo piano.” – Chris: “Che gli è successo?” – Vin: “Mentre precipitava ad ogni piano diceva per ora va bene, per ora va bene…
Calvera a Chris e Chico: “Perché dovremmo preoccuparci di questi straccioni. Sarebbe quasi un sacrilegio. Se Dio non avesse voluto che li tosassimo non ne avrebbe fatto delle pecore
Chico: “Quello che hai te l’ha procurato la pistola non è vero? Non è vero forse?” – Vin: “Sì. Dopo un po’ puoi chiamare baristi e biscazzieri col nome di battesimo. Puoi conoscere centinaia di stanze d’affitto, e i pasti consumati nelle bettole? Migliaia. Ma casa? Nessuna. Moglie? Nessuna. Figli? Nessuno. Avvenire? Zero. Ho lasciato fuori qualcosa?” Chris: “Sì. Luoghi a cui sei legato: nessuno. Persone a cui vuoi bene? Nessuna. Uomini che rispetti: nessuno.” – Lee: “Insulti inghiottiti: nessuno. Nemici: nessuno.” – Chris: “Nessun nemico?” – Lee: “Vivo.
I contadini a Lee: “Sappiamo cos’è la paura. Ci siamo nati noi nella paura. Solo i morti non hanno paura.
Calvera: “Quello che non capisco è come mai un uomo come te abbia accettato questo lavoro. Perché?” – Chris: “Me lo domando anch’io.” – Calvera: “No, andiamo. dimmi il perché” – Vin: “Un tale che ho conosciuto a El Paso un giorno si è spogliato ed è saltato su una pianta di cactus. Gli ho fatto la stessa domanda. Perché?” – Calvera: “E lui?” – Vin: “Disse che gli era parsa una buona idea al momento.
Il vecchio messicano: “Ma solo i contadini hanno vinto, perché sono loro che vincono sempre. Sono loro la terra. Voi li avete aiutati a liberarsi da Calvera come un forte vento libera il grano dalle locuste. Voi siete come il vento, che soffia sulla terra e passa
Chris a Vin: “Il vecchio ha ragione, i contadini hanno vinto. Noi no. Noi perdiamo sempre.

 

SEQUENZE:
Chico messo alla prova
il duello di Britt
la fuga di Calvera [carrello laterale]
Lee ritrova se stesso
la morte di Britt
la morte di Bernardo
“voi siete come il vento”

 

Lascia un commento