A Private War

Storia della coraggiosa reporter Marie Colvin (Rosamund Pike!), che lavorò per il settimanale britannico “The Sunday Times” dal 1985 al 2012, e del suo impegno per raccontare i luoghi distrutti dalla guerra. Dall’Iraq all’Afghanistan alla Libia fino a quando nel febbraio 2012, all’età di 56 anni, viene tragicamente uccisa insieme al fotografo Rémi Ochilik durante un’offensiva dell’esercito locale a Homs, in Siria. Basato su una storia vera, il film riesce a non cadere nella propaganda antimilitarista, nella retorica spicciola e si concentra sul lato umano, sulla “guerra privata” di Colvin.

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Second Life 2019*

  In questa nuovo corso di SECOND LIFE c’è posto per un’accoppiata italiana ricca di originalità (Troppa grazia e La terra dell’abbastanza), per il vincitore di Cannes (Un affare di famiglia) e per due candidati all’oscar (BlackKklansman – miglior film e miglior sceneggiatura – e The Wife – miglior attrice protagonista). Non poteva mancare la … Leggi tutto

Degas – Passione e perfezione

Un docufilm dedicato ad una delle personalità più amate e indipendenti dell’Impressionismo: ballerine sinuose, interni di caffè, corse di cavalli, ritratti di famiglia, eleganti nudi femminili. Un’ossessiva ricerca della perfezione da riscoprire partendo dalle sale del Fitzwilliam Museum di Cambridge, sede della più ampia collezione di Degas del Regno Unito.

 

 

 

 

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Chi scriverà la nostra storia

Tratto dall’omonimo libro dello Storico Samuel Kassov, ecco un film davvero “finalizzato all’obiettivo”: produrre e conservare memoria! Così Roberta Grossman ci riporta nel novembre del 1940 quando i nazisti rinchiusero 450 mila ebrei nel ghetto di Varsavia. Una compagnia segreta composta da giornalisti, ricercatori e capi della comunità, guidata dallo storico Emanuel Ringelblum e conosciuta con il nome in codice Oyneg Shabes (“La gioia del Sabato” in yiddish), decise di combattere le menzogne e la propaganda dei nazisti non con le armi e con la violenza, ma con carta e penna.
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Una notte di 12 anni

1973. L’Uruguay è sotto il controllo di una dittatura militare. Una notte di autunno, tre prigionieri Tupamaro vengono portati via dalle loro celle nell’ambito di un’operazione militare segreta. L’ordine è chiaro: “Visto che non possiamo ammazzarli, li condurremo alla pazzia.” I tre uomini resteranno in isolamento per 12 anni. Tra di loro c’è anche Pepe Mujica, futuro Presidente dell’Uruguay. Un film tradizionalmente militante che si concentra quasi esclusivamente sulla prigionia, ma che sa chiamare a raccolta passioni ed emozioni, sentimentali, civili e morali. Il canto melodioso di Silvia Pérez regala nel finale una magnifica The Sound of Silence.

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The Old Man & The Gun

Ispirato alla storia vera di Forrest Tucker (Robert Redford), un uomo che ha trascorso la sua vita tra rapine in banca ed evasioni dal carcere. Da una temeraria fuga dalla prigione di San Quentin quando aveva già 70 anni, fino a una scatenata serie di rapine senza precedenti,”affiancato” dall’inflessibile investigatore John Hunt (Casey Affleck) e dall’amabile Jewel (Sissy Spacek), che lo ama nonostante la sua professione. Tra zoom, panoramiche con dolly e dissolvenze insolite il film evita gag citazioniste preferendo abbracciare un discorso sulla memoria e sul cinema, procedendo con l’adeguato ritmo ondeggiante della camminata del suo anziano protagonista..
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Mia Martini – Io sono Mia

Ci sono artisti che, come pochi, hanno saputo esprimere lo spirito del proprio tempo e, anzi, persino anticiparne il corso. Tra questi c’è Mia Martini. Un’artista dalla voce unica, con un’esperienza umana scandita da grandi successi e un privato denso di emozioni, sempre in bilico tra crisi esistenziali e traguardi professionali.

 

 

 

 

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Un sacchetto di biglie

 

La vera storia di due fratelli ebrei nella Francia occupata dai tedeschi che, con una dose sorprendente di malizia, coraggio e ingegno riescono a sopravvivere alle barbarie naziste e a ricongiungersi alla famiglia. Le biglie come metafora di un’esistenza che rischia di rotolare via. L’unica speranza è centrare il bersaglio, la pila di palline che permette di tenere per sé anche quelle degli altri.

 

 

 

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Dove bisogna stare

 

Elena, Georgia, Jessica, Lorena, quattro donne, di età diverse, in luoghi diversi, sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune: ascoltando i loro racconti e scoprendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità, capaci di affrontare un fenomeno epocale come la migrazione. Domande stringenti e ineludibili a questioni complesse.

 

 

 

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