Le ninfee di Monet guida gli spettatori alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende di Claude Monet, uno dei padri dell’Impressionismo.
Le ninfee di Monet guida gli spettatori alla scoperta dei luoghi, delle opere e delle vicende di Claude Monet, uno dei padri dell’Impressionismo.
Due ispettori di polizia vengono sospesi dal servizio quando viene diffuso dai media un video che mette in luce i loro metodi violenti. Male in arnese economicamente e senza alternative, gli amareggiati poliziotti iniziano la loro discesa nel mondo della criminalità dove, ad attenderli nell’ombra, trovano più di quanto immaginassero.
VENEZIA – I film di S. Craig Zahler sono macchine desideranti destinate alla rovina. Slavoj Žižek riprende l’idea lacaniana secondo cui un desiderio non è mai il semplice desiderio di un oggetto determinato, ma “è sempre anche il desiderio del desiderio stesso, il desiderio di continuare a desiderare”; e aggiunge: “La modalità classica della fantasia non è costruire uno scenario in cui mi immagino di ottenere ciò che desidero, ma uno scenario in cui mi immagino desiderato da altri”.
Una troupe cinematografica e un magazzino abbandonato: la location perfetta per girare un film sugli zombie. Soprattutto se il budget della produzione è rasoterra. C’è solo un piccolo dettaglio che di perfetto ha ben poco: là dentro, in passato, sono stati compiuti misteriosi esperimenti militari e il magazzino, adesso, pullula di morti viventi! Riusciranno i nostri eroi a vendere cara la pelle? Girato a bassissimo budget, un film che si è imposto all’attenzione dei festival di mezzo mondo. Zombie contro zombie non è solo un horror artigianale ed esplicitamente metacinematografico, ma anche un sincero e affettuoso atto d’amore nei confronti del cinema!
1985. Pochi mesi dopo il terremoto Città del Messico si sveglia con la notizia del furto più spettacolare della sua storia, quello di oltre 160 pezzi preispanici al Museo Nazionale di Antropologia. Un crimine che è visto come un grave insulto per il paese e che lascia spiazzati i responsabili, due studenti in veterinaria che, affrontato con abilità e “leggerezza” il colpo, si trovano invischiati in una rocambolesca avventura per piazzare dei tesori così famosi e riconoscibili. Dalle rovine Maya di Palenque alle spiagge di Acapulco Alonso Ruizpalacios (Güeros) rivolge ancora una volta la sua macchina da presa su una generazione disorientata, senza meta e ideali.
FESTIVAL DI BERLINO: Orso d’argento per la miglior sceneggiatura
Vi siete mai chiesti dove siano state concepite alcune fra le maggiori innovazioni tecnologiche per l’uomo? La risposta è “in una caffetteria”, in particolare nella caffetteria del CERN, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. A confine tra Francia e Svizzera, il CERN non è semplicemente il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, ma anche una cittadella, dove menti brillanti provenienti da ogni angolo del mondo si confrontano ogni giorno per cambiare, letteralmente, le sorti dell’umanità. Cern – La scoperta del futuro con ironia e passione pone l’obiettivo su una comunità scienitfica al lavoro, non tralasciando gli aneddoti sulle scoperte più audaci (da Internet alla formazione della prima girl-band famosa nella rete…)
La 15enne Tom vive clandestinamente con il padre nella foresta che confina con Portland, in Oregon. Limitando il più possibile i loro contatti con il mondo moderno, padre e figlia formano una famiglia atipica e molto unita. Un incontro casuale li poterà allo scoperto, ed entrambi saranno costretti a lasciare il parco per essere affidati agli agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova situazione, fino a che una decisione improvvisa li porterà ad affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta. Un ritorno alla terra radicale, un manuale di sopravvivenza a fronte di un’ideale utopico. L’occasione per confrontarsi con un’America diversa e un cinema capace di raccontarla.
Tokyo 1943: l’antropologo italiano Fosco Maraini e la moglie Topazia Alliata rifiutano di firmare per la Repubblica di Salò. A seguito della loro scelta vengono mandati a Nagoya in un campo di Prigionia con le loro tre figlie Dacia, Yuki e Toni. Oggi: Mujah, la nipote, rivive l’esperienza della sua famiglia e la loro eredità portando i loro ricordi alla vita come ha fatto lei con il suo viaggio in Giappone.
Con una storiografia romanzata il film racconta tre epoche della Germania del ‘900 partendo dalla follia hitleriana e arrivando alla fine degli anni ’60: tutto attraverso l’intensa vita dell’artista Kurt Barnert, dal suo amore appassionato per la zia Elisabeth, a quello maturo per Ellie, figlia di un ex medico nazista che è riuscito a ridarsi una rispettabilità nella nuovo corso comunista, ma che non ha perso la recondita malvagità. La vivacità dell’ambiente artistico di Düsseldorf Kurt troverà la quadra per la sua carriera, per la sua vita sentimentale e per un respiro umano rasserenante nel ricordare il passato e affrontare il futuro.
VENEZIA – Con Opera senza autore il tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, dopo la sfortunata incursione nel thriller con The Tourist, torna al melo su sfondo storico, genere in cui è più a suo agio e che gli aveva portato un Oscar nel 2007 con Le vite degli altri.
Anche questo è un film che lo spettatore può amare, a partire dalla vicenda, così ricca di colpi di scena da sfiorare in qualche momento il feuilleton: si ispira invece a fatti reali della vita di uno dei più famosi e quotati artisti contemporanei, Gerhard Richter (classe 1932).
Un impietoso ritratto di Charlie Manson e della sua contagiosa follia. Lo chiave di lettura è affidata a Karlene Faith, un’assistente sociale alla quale sono affidate tre giovani assassine della sua setta, condannate all’ergastolo. L’eccidio di Cielo Drive, in cui fu brutalmente uccisa Sharon Tate (moglie di Roman Polanski) fu un dramma che sconvolse l’America e il mondo e lo sguardo di Mary Harron indaga con sgomenta umanità sulle aberranti dinamiche della comunità “femminile” plagiata dal carismatico Charlie: quale il suo potere sulle giovani adepte? Come riuscì ad annullare la loro personalità e a trasformarle in brutali omicide?
Usa 2018 (104′)
VENEZIA – “9 agosto 1969: il giorno che il ‘68 finì”. Con questa frase, a caratteri cubitali su fondo nero, si apre Charlie Says (Dice Charlie), il nuovo film della regista Mary Hatton, (American Psycho, Ho ucciso Andy Warhol) presentato nella sezione Panorama.
Centenari e ultracentenari, e figli di soldati che combatterono al fronte, raccontano la Prima Guerra mondiale dal loro punto di vista. Sono le eccezionali e irripetibili testimonianze raccolte seguendo la linea del fronte dall’Isonzo all’Adige.
La guerra rappresentò per questi bambini di allora l’opportunità di assaggiare la marmellata degli inglesi, di procurare le lumache ai soldati francesi, di veder volare il dirigibile Zeppelin, di conoscere D’Annunzio ed Hemingway, di assistere alle violenze e alle atrocità della guerra, di sopravvivere alla terribile influenza spagnola… Ma anche di sperimentare la fame e la sofferenza, la rabbia e la morte, la speranza e il riscatto e, finalmente, la pace. Un grande messaggio di pace e di riconciliazione con in evidenza il ruolo avuto dalle donne rimaste a casa ad accudire i figli, tra violenze e privazioni.