Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba

Deciso a salvare il mondo dal complotto comunista, uno psicopatico generale dell’aviazione americana è pronto ad attaccare l’Unione Sovietica con armi nucleari. L’intervento del presidente USA per fermarlo diventa una lotta contro il tempo per mantenere la pace universale… Uno dei pochi capolavori di satira politica nella storia del cinema che riflette gli incubi apocalittici dei primi anni ’60, con un Peter Sellers al culmine del suo istrionismo ed un Kubrick cha “cavalca” ante litteram la scatenata follia del cinema demenziale.

 

Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb
Gran Bretagna 1964 (96′)

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8 ½

Guido, un regista cinematografico nel pieno dei quarant’anni crisi esistenziale e creativa trascorre un periodo di riposo in una stazione termale. La pausa forzata si risolve in una specie di bilancio generale della sua esistenza: un bilancio fatto di rapporti con personaggi reali, e di fantasticherie che si inseriscono all’improvviso negli avvenimenti concreti delle sue giornate e delle sue notti. Una seduta psico-cinematografica, un autobiografico esame di coscienza, un flusso di emozioni, affetti, ricordi, sogni per un capolavoro senza tempo.

Italia 1963 (138′)
2 OSCAR: costumi/miglior film straniero
7 Nastri d’argento

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Fabrizio De André e PFM – Il concerto ritrovato

Partendo dalla ritrovata registrazione del concerto di Genova (3 gennaio 1979) la regia di Veltroni prova a ricostruire le emozioni legate l’irripetibile sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la rock band italiana più conosciuta al mondo. Il filmato restaurato è il fulcro del docufilm ma le immagini saranno raccontate dai protagonisti, da Dori Ghezzi a Franz Di Cioccio, a Franco Mussida per ricreare l’atmosfera di quel giorno, il dietro le quinte e la magia di un’esperienza memorabile, mai più replicata.

Italia 2020 (120′)

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Andrej Tarkovskij. Il cinema come preghiera

Dopo aver dedicato una vita alla custodia e promozione dell’opera cinematografica paterna, Andrej A. Tarkovskij porta al cinema il ritratto di una vita: il genio, la sensibilità, l’umiltà del grande regista russo. Un film-compendio in capitoli costruito sulle immagini delle opere e suoi luoghi della memoria del padre, intriso della spiritualità con cui Tarkovskij “scolpiva tempo” modellando il suo cinema in cerca di una intima serenità di forme e di contenuti.

Andrej Tarkovskij. A Cinema Prayer
Russia/Italia/Svezia 2019 (97′)

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Primula rossa

Tra fiction e documentario, la storia di Ezio Rossi, ex terrorista dei Nuclei Armati Proletari e internato psichiatrico, e il racconto dell’innovativo progetto che ha permesso di liberare decine di ospiti dell’Ospedale Psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto a Messina. Un riflessione su quanto la situazione nel nostro Paese è effettivamente mutata dopo la legge Basaglia.



Italia 2018 (82′)

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Nostalghia

Un intellettuale russo viaggia in Italia sulle tracce di un compatriota, musicista del Settecento morto suicida. Gli fa compagnia una bionda italiana, ma la nostalgia per la madrepatria lo consuma… Pur segnato da un estenuante estetismo e da una incombente lentezza introspettiva, il cinema di poesia di Tarkovskij sa tenere alto il livello di fascinazione in virtù di una magica simbiosi tra narrazione e paesaggio.

 

Italia/URSS 1983 (121′)

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Stalker

Al centro di una incolta regione industriale c’è una misteriosa Zona, militarizzata e recintata dal filo spinato. Da quando, molti anni, prima vi è precipitato un meteorite – o un’astronave? – avvengono fenomeni inspiegabili e sembra esistere una stanza magica, capace di esaudire i desideri di chi riesce ad arrivarvi. L’accesso è proibito dalle autorità e gli “stalker” sono delle guide illegali, gli unici che riescono a muoversi all’interno della Zona senza rischiare la vita. Molte persone sono disposte a pagarle pur di raggiungere quella stanza… Nel cinema di poesia di Tarkovskij la “filosofia” passa attraverso l’emozione delle immagini e Stalker, nella sua enigmatica compattezza, resta un’opera affascinate.

 

Germania/URSS 1979 (155′)

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Lo specchio

Un’opera che vuol essere il bilancio di un’esistenza in cui l’autore rievoca due vicende familiari analoghe, complementari e consecutive: la propria infanzia con la madre e la sorellina dopo che il padre li aveva lasciati; sé stesso adulto, che si è separato dalla moglie e dal figlio. Attori che interpretano ruoli speculari, passato e presente che si intersecano così come realtà e sogno, colore e bianconero, pubblico e privato… Di non facile comprensione, come lo è spesso la vera poesia.

 

Zerkalo
URSS 1974 (105′)

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Villetta con ospiti

Ventiquattr’ore per raccontare una splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del Nord Italia. Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze, mascherati dietro uno sguardo di complice innocenza. Sette vizi capitali, sette protagonisti… Una commedia acida, un noir drammaticamente “sociale”.



Italia 2019 (88′)

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Botero – Una ricerca senza fine

Un documentario che, tra passato e presente, racconta non solo l’artista ma anche l’uomo come padre e marito. Foto e video di famiglia si aggiungono infatti a riprese originali girate tra Cina, Europa, New York e Colombia. Il coinvolgimento di curatori, storici e accademici permette così di rivelare la creatività e le convinzioni di una delle personalità più geniali del mondo dell’arte del nostro tempo. I suoi quadri e le sue figure in sovrappeso sono un po’ l’emblema e la voglia di raccontare qualcosa che valichi la perfezione.



Canada 2018 (82′)

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