Footballization

Anche nel campo profughi di Bourj El-Barajneh (un chilometro quadrato nella periferia sud di Beirut), punto di arrivo di tanti rifugiati, il gioco del calcio è una passione che unisce e dà speranza. Il sogno per i più è quello di tornare a casa, per Stefano, giovane ricercatore italiano, la sfida consiste nell’allenarsi e “fare squadra” con con ragazzi siriani, palestinesi, libanesi, nel documentare una storia umana e sportiva bella da raccontare. Semplice, brillante e malinconica.


Italia/Libano/Palestina 2018 (76′)

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I miserabili

Chris e Gwada, due uomini d’esperienza e Stéphane, appena arrivato formano la brigata anti-criminalità di Montfermeil nella banlieu 93. I tre sanno affrontare le tensioni montanti fra i differenti gruppi di quartiere, ma quando si trovano sopraffatti durante un arresto Gwada compie un gesto insano, per di più ripreso da un drone… Ladj Ly prende spunto ideale dal capolavoro di Hugo per cercare di raccontare il conflitto nella Francia di oggi in un thriller contemporaneo teso e dinamico, di grande forza visiva.

Les misérables
Francia 2019  (100′)
CANNES 72°: Gran Premio della Giuria

 CANNES – È intitolata a Victor Hugo, massimo scrittore francese e autore de I Miserabili, l’arteria principale di Montfermeil, una delle tante periferie (banlieu) che circondano Parigi. Giocando sul fatto che appunto lì si svolgeva una parte importante del romanzo, l’esordiente regista francese Ladj Ly, originario del Mali ma nato e cresciuto nel quartiere, vi ambienta il suo film, Les Misérables appunto, in concorso.

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Il traditore

Spagna 2019  (113′)

 CANNES – Ci voleva Marco Bellocchio, l’uomo, il regista che in più di cinquanta anni di attività (I pugni in tasca è del 64) ha sempre avuto il coraggio di gettare lo sguardo sui grandi snodi della società italiana, con film come La Cina è vicina, Sbatti il mostro in prima pagina, Buongiorno, notte o più recentemente sul dramma di Eluana Englaro (Bella addormentata).

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Dolor y Gloria

Salvador Mallo (Antonio Banderas) è un regista cinematografico ormai sul viale del tramonto. Soffrente nel corpo e nello spirito, fa il punto sulla sua vita: la sua infanzia negli anni ’60, il primo desiderio e il primo amore, la scoperta terapeutica del cinema… E Dolor y Gloria è proprio una dichiarazione d’amore al cinema (semiautobiografica) di memorabile sincerità e potenza, sorprendente e commovente.

Spagna 2019  (113′)
CANNES: miglior interprete maschile

 CANNES – Era l’unico dei grandi a non essersi dimostrato inferiore alle attese, dato per favorito fin dall’inizio, mai vinto un festival importante… e invece Pedro Almodóvar, 70 anni a settembre, anche stavolta non ce l’ha fatta a portarsi a casa la Palma!.

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La vita nascosta – A Hidden Life

La storia vera di Franz Jägerstätter (August Diehl), contadino austriaco e obiettore di coscienza, che venne arrestato, e in seguito ucciso, per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito nazista. Tornato a forme narrative più lineari Malick non ha abbandonato le suggestioni estetiche né il susseguirsi di riflessioni esistenziali. Un cinema inondato di luce, natura, fede!

 

A Hidden Life
USA/Germania, 2019  (173′)

 CANNES – A Hidden Life, titolo del nuovo film di Terrence Malick in concorso a Cannes, è una citazione dal romanzo Middlemarch di George Eliot, laddove la scrittrice vittoriana si congeda dai suoi lettori invitandoli a non dimenticare che il poco o molto di buono che esiste nel mondo sia spesso dovuto a personaggi non storici, a coloro che hanno vissuto con fede “una vita nascosta” e giacciono in ”tombe non visitate”.

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Santiago, Italia

È il racconto, scandito dalle testimonianze dei protagonisti e da materiali d’epoca e d’archivio, dei postumi del colpo di stato cileno dell’11 settembre 1973 che mise la parola fine al governo democratico di Salvador Allende, spianando la strada alla presa del potere con la forza di Augusto Pinochet. La forma è quella classica del film d’interviste, frontali e sincere, toccanti e misurate, che Moretti monta e assembla con grande onestà ed equilibrio, costruendo un discorso organico e di grande impatto, che fotografa con nostalgia un’Italia perduta, popolare e solidale.


Italia 2018 (80′)

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First Man – Il primo uomo

L’avvincente storia della missione della NASA per portare un uomo sulla Luna focalizzata sulla vita privata e la carriera professionale di Neil Armstrong. Un racconto che amalgama lo spettacolare fragore delle sequenze nello spazio con momenti intimisti, tesi a far emergere il carattere e la missione “interiore” del protagonista.


USA 2018 (141′)
OSCAR: miglior effetti speciali

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Il professore e il pazzo

1879. Al Professor James Murray viene affidata la redazione dell’Oxford English Dictionary. Per far ciò ha l’idea di coinvolgere la gente comune invitandola a mandargli via posta il maggior numero di parole possibili. Alla fine risulterà fondamentale la corrispondenza (e l’incontro) con William Chester, un ex professore ricoverato in un manicomio, dopo un assurdo omicidio. Una curiosa storia vera che s’interroga sul confine tra lingua e scienza, tra follia e ossessione per la ricerca.


The Professor and the Madman
Irlanda 2019 (124′)

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Cyrano mon amour

Parigi, 1987. Edmond Rostand è un giovane drammaturgo dal talento geniale, che, perseguitato dalla sfortuna, è afflitto dal blocco dello scrittore. Ma grazie alla sua ammiratrice Sarah Bernhardt, Rostand conosce il più celebre attore del momento, Constant Coquelin, che insiste nel voler recitare nella sua prossima commedia e vorrebbe farla debuttare in sole tre settimane. C’è però un piccolo problema: Rostand non l’ha ancora scritta! La sola cosa che conosce è il titolo: «Cyrano de Bergerac»… Una ricostruzione della genesi dell’opera teatrale più rappresentata e amata di tutta la storia francese, diretta con un afflato sentimentale sincero e spassionato. Un film garbato e divertente, aperto alle sorprese che solo l’arte immortale può portare con sé.


Francia 2018 (109′)

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Manhattan

Isaac (Woody Allen), scrittore televisivo fresco di divorzio, mentre frequenta la diciassettenne Tracy (Mariel Hemingway) si innamora dell’eccentrica Mary (Diane Keaton): insicurezze amorose, ripensamenti e delusioni… Il senso precario di una vita sentimentale e di un’esistenza “matura” a cui fa da cornice (e da co-protagonista) il quartiere più “in” della metropoli newyorkese. L’opera imprescindibile di Allen, è infatti un atto d’amore per la sua città, immerso in un clima nostalgico e sognante. Così Manhattan si configura come un’ovattata rapsodia (in bianco e nero) sull’impalpabile imprevedibilità delle relazioni sentimentali, coniugate tra ironia, romanticismo e dissertazioni intellettuali. E il prologo, accompagnato dalle musiche di Gershwin e dalla voce fuori campo di Allen, costituisce una meravigliosa ouverture, uno degli incipit più celebri nella storia del cinema, una dedica immortale a quella città “mitizzata smisuratamente” ma perfetta “metafora della decadenza della cultura contemporanea”. (e.l.)


USA 1979 (96′)

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